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Maratona era l'autentico sinonimo di resistenza. Leonardo - nel suo animo visionario abbacinato dai libri, dalla realtà deformata che riproducevano - la sua Resistenza-Maratona l'avrebbe fatta da partigiano alla Giovanni Pesce, correndo Senza tregua. Correndola, Leò aveva il sentore di resistere a tutto ciò che non gli garbava, che lo angustiava portandolo a incazzarsi e starci male. Con la Maratona, Leò faceva la propria Resistenza. Quella che due o tre dei suoi pensionati della Biblioteca di Quarto avevano combattuto e gliela raccontavano. Gli citavano il tale e il tal altro che erano stati fascisti, "repubblichini", si erano fatti appena qualche giorno di galera, e poi avevano rioccupato gli stessi posti di prima. In banca, negli uffici, in polizia, in parlamento.